15 dicembre 2007

Sicilia: Torna in cella il 17% - 1° Parte

I “NUMERI” BOCCIANO L’INDULTO.
Con i progetti di “inclusione sociale” diminuiscono i recidivi in tutta Italia.
Scritto da William Anselmo.

Non è bastata l’introduzione del provvedimento d’indulto nel luglio 2006 ad arginare l’emergenza affollamento nei penitenziari italiani, le carceri sono di nuovo vicine al collasso e si torna a interrogarsi sui reali benefici del disegno di legge dopo l’approvazione del Parlamento. I numeri parlano chiaro: secondo alcune stime, nei primi 6 mesi del 2007 i detenuti sono aumentati del 10%, passando da 39.005 del 31 dicembre 2006 a 43.957 del 30 giugno 2007, ovvero quasi 5 mila presenze in piú che se confrontate con il trend degli ultimi 15 anni, dove il numero dei detenuti è salito di 10 mila unità ogni 5 anni, possono rendere chiara una situazione di disagio sia per i detenuti che per gli operatori delle carceri. Il SAPPE, sindacato autonomo di polizia penitenziaria, per voce di Aldo Di Giacomo, consigliere nazionale del sindacato, ha lanciato l’allarme: "Con questi ritmi nel breve periodo si tornerà alla situazione di collasso pre indulto"; dall’altra parte il Dipartimento Amministrazione Penitenziaria parla di circa 17 mila detenuti in meno rispetto a luglio 2006 e di carceri più vivibili. Ma il disagio non è solo all’interno dei penitenziari, dall'entrata in vigore della legge sull'indulto, infatti, sono aumentati i reati, soprattutto scippi e furti. Stando alle stime del Ministero dell'Interno, riferisce Di Giacomo, i reati “erano in diminuzione nel primo semestre 2006, sono aumentati nel secondo, periodo che include le scarcerazioni post-indulto: furti e rapine erano scesi del 5% e 7%; nel secondo semestre sono aumentati del 6% i furti, del 15,5% le rapine; in agosto-settembre 2006 ci sono stati 28.830 furti e 1.952 rapine in più dello stesso periodo del 2005”.
La conferma arriva anche da un recente studio («The Incapacitation Effect of Incarceration: Evidence From Several Italian Collective Pardons») che ha analizzato dal punto di vista statistico i cambiamenti nel numero e nelle tipologie dei crimini successivi all’indulto del 2006 e agli atti di clemenza degli ultimi quaranta anni. Secondo i dati pubblicati dall’Associazione Bancaria Italiana, nel mese successivo all’indulto le rapine in banca sono raddoppiate rispetto all’anno precedente in cui addirittura si era registrata una diminuzione. Una situazione “drammatica”, si legge, se valutata “retrospettivamente” perché, a seguito delle quindici tra amnistie e indulti degli ultimi quaranta anni, la popolazione carceraria si è ridotta periodicamente di una percentuale che oscilla tra il 20 e il 50 per cento.
I dati ISTAT, invece, mettono in evidenza che a seguito dei vari atti di clemenza susseguitisi dal 1962 ad oggi, i crimini che aumentano maggiormente sono: le rapine in banca (0.38 all’anno per ogni detenuto liberato), lo spaccio di stupefacenti (0.61 all’anno per detenuto), le frodi (5 all’anno per detenuto), i furti di autoveicoli (5 all’anno per detenuto), i borseggi (42 all’anno per detenuto) e persino gli omicidi (0.02 all’anno per detenuto). Le statistiche giudiziarie penali regionali, invece, mostrano che l’aumento dei crimini denunciati alle forze dell’ordine è direttamente proporzionale all’aumento degli scarcerati, e il fenomeno è tanto più evidente nelle regioni nelle quali si liberano più detenuti.
Con 2.812 detenuti scarcerati è la Sicilia la terza regione d’Italia, dopo Lombardia (3.787) e Campania (2.988) ad aver rimesso in libertà il maggior numero di persone colpite da ordine di carcerazione. Di queste sono tornate dietro le sbarre in seguito a nuovi reati in 554, ovvero il 17,7% dei “graziati” dall’indulto in Sicilia; ma c’è un dato importante: tra i recidivi, quelli provenienti da detenzioni alternative Uepe (uffici di esecuzione penale esterna) sono in minoranza rispetto agli ex carcerati. Questo vuol dire che le misure alternative riescono ad assolvere al meglio la funzione di recupero del detenuto puntando alla rieducazione e accompagnando l'ex detenuto nel suo percorso di inclusione sociale. In questa direzione sono partiti diversi progetti volti a incrementare le opportunità occupazionali per gli ex detenuti beneficiari dell'indulto.

2 commenti:

  1. Anonimo1:06 AM

    Dati assurdi!! Incredibile! e vulemu vinciri a guerra!! Posso soltato complimentarmi con chi hja scritto l'articolo, certi dati dovrebbero avere un risalto maggiore

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  2. Anonimo9:17 PM

    Grazie per i complimenti "anonimo", ti consiglio di acquistare il "Quotidiano di Sicilia", l'economico finanziario da dove è stato estrapolato l'articolo. ;)

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