02 ottobre 2012

Il primo passo, il primo vagito e il modo di intenderci



Tante volte mi (ci) è stato chiesto quale sarà la prima cosa da fare entrando all'ARS. Io c'ho pensato tanto. Sicuramente c'è la voglia da parte della totalità dei cittadini di ridurre gli stipendi dei parlamentari e di diminuire gli sperperi. Altrettanto forte è la voglia di rinnovare la classe politica e di far sì che la poltrona non diventi la postazione di un lavoro a tempo indeterminato.
Oppure si potrebbe iniziare cercando di aumentare e garantire un livello democratico migliore instituendo il referendum partecipativo senza quorum; l'interrogazione della popolazione per spese sopra un certo tetto o il diritto di revoca.


Sono tutte cose importanti ma io devo fare sì i conti coi miei studi classici ma anche, ahimè, con i miei studi di ingegneria. Così il mio cervello creativo spazia tra tutte le possibili soluzioni mentre la mia parte scientifica cerca di trovare una base su cui costruire tutto. Quando gli antichi volevano decifrare il mondo hanno inventato la matematica e l'hanno inventata con la filosofia dei numeri. L'uomo andava indietro alla ricerca dell'inizio, di quella cosa sotto la quale non era possibile scendere... la base di tutto. Per la chiesa è Dio, per la matematica è l'unità, per la geometria è il punto. La base è quel concetto che non è più spiegabile se non usando un sinonimo. Se sei costretto a usare un sinonimo significa che quella base non puoi più scomporla. Provate a definire cos'è un insieme senza usare la parola insieme o un suo sinonimo. Non si può.

Allora io voglio trovare la base della mia rinascita, della mia rivoluzione cittadina, culturale e politica. Voglio trovare il Verbo. Quella cosa imprescindibile da cui scaturisca tutto il resto e che ne faccia da denominatore comune. Per me l'unità di misura su cui si baseranno tutte le mie proposte sarà la LEGALITA'.

La legalità sarà il punto, l'uno, l'insieme dentro il quale troveranno origine tutte le Leggi e le iniziative popolari. La legalità sarà la base della democrazia che ricostruiremo. La legalità sarà il Verbo, la lingua con la quale parleremo di democrazia. La Democrazia deve essere un concetto così alto da non poter essere discusso o proferito in lingua barbara. Come l'italiano voglio che la legalità sia insegnata nelle scuole, narrata dai nonni, urlata alla gente, scritta dai media, sussurrata dai genitori ai figli, proclamata da giudici e avvocati.

Solo in questo modo il parlamento non sarà più una Babele di reati e interessi personali.

Alessandro Vetro

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